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# 26 – Le iene (2° parte)

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di Carmelo Mobilia & Mickey

 

Ben Reilly sperava di stare avendo un incubo. Sperava di svegliarsi da un momento all’altro nel suo letto, ma il dolore che provava al fianco mostrava chiaramente come non si trovasse nella fase R.E.M..

Purtroppo quanto stava vivendo era l’orrenda realtà: un metaumano irsuto e ferino stava terrorizzando gli abitanti di Mission-Bernal Heights, il quartiere latino di San Francisco. Fin qui normale amministrazione per il Ragno Rosso, se non fosse che quella grottesca creatura assomigliava tremendamente al suo amico Damon Ryder. Damon era anch’egli membro della divisione scientifica della polizia, Ben lo conosceva bene; i due lavoravano fianco a fianco quasi tutti i giorni. Che cosa lo aveva trasformato in quel modo? Aveva l’aspetto di una iena umanoide, possedeva forza considerevole e si spostava spiccando balzi che coprivano una lunga gittata. I poliziotti facevano fatica a prendere la mira e non erano riusciti a colpirlo neppure una volta, in compenso lui ne aveva già feriti alcuni. Emettendo un suono che pareva una risata distorta, Damon sollevò uno dei poliziotti e lo scagliò contro una volante in arrivo; il malcapitato agente sarebbe senz’altro morto, se la tela del Ragno Rosso non lo avesse scansato in tempo.

<G-Grazie amico. Me l’ero vista brutta...> disse il poliziotto.

Il Rosso solitamente rispondeva con una battuta sarcastica, ma in quel momento non aveva alcuna voglia di scherzare, sconvolto dalla scoperta. Si limitò a pensare:

<Damon... mio dio... che t’è successo?> poi si lanciò all’inseguimento, cercando di raggiungerlo prima che potesse fare altri danni. Non appena fu abbastanza vicino lo colpì con una delle sue tele ad impatto, facendo sì che un bozzolo di ragnatela lo avvolgesse immobilizzandolo. Damon, appeso ad un lampione, cadde come una pera matura sull’asfalto sottostante.

<Ascoltami...io lo so chi sei. Sei Damon Ryder, un brav’uomo. Sei un agente di polizia e non vuoi fare del male ai tuoi colleghi. Non lo so chi o cosa ti ha ridotto così ma posso aiutarti se tu ....>

<Ti ho detto di chiamarmi HyenaaaAAAHAHAHAHAH!>, ancora quella stramaledetta risata, quella specie di urlo ultrasonico che gli strideva nei timpani e gli procurava vertigini. Ben si portò le mani alle orecchie mentre Hyena ne approfittava per liberarsi.

<Non sono più Damon Ryder, mi hai sentito? Damon era debole, patetico... non era abbastanza forte da entrare nella squadra di football o nell’unità Codice Blu. Non riusciva a stare al passo con gli altri, non aveva resistenza né carattere! Ma io sì, e gliela farò vedere... gliela farò vedere a tutti quanti!>

Cercò di afferrarlo per la gola ma sebbene stordito il Ragno Rosso fu più rapido, evitando di venire toccato.

<Damon... sei un brillante scienziato, il lavoro che fai è determinante nelle indagini della polizia. Non c’è nulla di male a non eccellere nell’attività fisica....>

<Già, è facile dirlo per quelli come te.... con i vostri corpi scolpiti, in grado di fare cose che solo gli dei possono compiere! Ci guardate dall’alto verso il basso, con condiscendenza, come se fossimo.... formiche! Ma adesso anch’io sono un dio, come te .... e dimostrerò a tutti il mio valore!> e così dicendo, sferrò un pugno che colse di sorpresa l’arrampicamuri, che venne colpito al petto.

 

Nel frattempo, nel quartiere di Mission District.

 

Quando entrarono nel locale, lui era già lì da un pezzo, seduto ad un tavolo in un angolo, da solo, senza dare nell’occhio, a sorseggiare il suo bicchiere di Laphroig invecchiato 10 anni. Li riconobbe immediatamente, non tanto per gli abiti costosi o gli atteggiamenti tipici dei gangster, no: fu a causa del loro odore. I mobili dell’ufficio della Drew & McCabe ne erano pregni. Erano senza dubbio loro, i vermi che avevano violentato Lindsay. Logan li squadrò con la stessa espressione con cui un animale feroce fissa la sua preda. Non amava uccidere, ma era la cosa che gli riusciva meglio: era il migliore in quello che faceva, lo sapevano tutti. E quei due meritavano di morire, per quello che avevano fatto alla sua amica. Attese che si accomodassero sul retro, dove li attendeva altra gente della stessa risma per una partita a poker, dopodiché mandò giù il suo whisky tutto d’un fiato, si alzò e li seguì, raggiungendoli al tavolo verde.

<Beh? E tu che vuoi, nanetto? Fila via, questa è una festa privata...> gli disse uno dei criminali,togliendosi un grosso sigaro dalla bocca.

<Voglio fare una puntata anch’io.> rispose Logan <Sul piatto metto le vostre vite. Voi datemi le informazioni che voglio e le avrete salve. Deludetemi, e nessuno di voi tornerà a casa propria stanotte.>

<Ma che cazzo dice, 'sto pazzo? Vuoi crepare?>

<Hobgoblin. Voglio sapere dove si nasconde.>

<Cosa sei, uno sbirro?> domandò uno.

<Non importa> aggiunse un altro <è un uomo morto> estraendo una pistola e puntandogliela contro.

SNIKT.

Neanche a dirlo, Logan estrasse i suoi indistruttibili artigli d’adamantio e la fece a pezzi come se fosse fatta di carta.

<CRISTO!> esclamò il tale, vedendo la canna della sua arma mutilata.

La reazione degli altri non si fece attendere e, ribaltando il tavolo da gioco, a loro volta impugnarono le loro armi e aprirono il fuoco. I proiettili andarono a segno, forando la camicia a quadri e colpendo Logan al petto, ma nonostante il sangue che fuoriusciva dalle ferite, sembrava che stessero sparando colpi a salve: il canadese avanzò digrignando i denti per la rabbia, con un fendente fece a pezzi anche questa pistola e colpì allo stomaco il criminale, uccidendolo sul colpo. Girò poi su se stesso, una rotazione mortale che squarciò la gola dell’altro assalitore, che morì in un bagno di sangue. Rimanevano loro due, i due vermi: si avvicinarono l’uno all’altro, terrorizzati.

<Aspetta amico... calmati. Noi non sappiamo dov’è Hobgoblin.... ma possiamo dirti come trovarlo.>

<Sto aspettando.> rispose, secco.

<Si incontra spesso con il boss. Noi non sappiamo chi c’è sotto la maschera.... si dice che sia uno di New York. N-Non sappiamo se sia vero però...>

<Dammi l’indirizzo.>

<S-Si c-certo... ecco, te lo scrivo qui va bene? N-Non sappiamo nient’altro, amico... lo giuriamo. Metti via i coltelli.... noi eseguiamo solo ordini.... s-siamo semplice esecutori...>

<Già. Eseguite gli ordini di quel figlio di cane. Come quando vi ha ordinato di picchiare e violentare una mia amica. Qualche settimana fa, una detective... non potete averla dimenticata. L’avete aggredita perché la sua socia aveva fatto delle ricerche su quel pazzo mascherato da folletto.>

<E-Ehi, noi non sapevamo che era amica tua.... ce lo ha ordinato lui di farlo, e noi non possiamo rifiutarci di obbedire agli ordini....>

<Sì, la conosco questa storia. L’ho sentita dire diverse volte ai nazisti, nel ’45. Non l’ho accettato da loro allora e non lo accetterò adesso da due rifiuti come voi.>

<N-No aspetta amico, parliamone... metti via i coltelli....>

Ma il tempo delle parole era terminato, per Logan. Fece pagare loro per ogni lacrima versata da Lindsay.

Il loro sangue imbrattò tutte le pareti, i loro corpi furono smembrati come fatti a pezzi da un branco di lupi. Carne e ossa vennero lacerate come fossero di carta. Quelli che prima erano uomini erano ora ridotti in brandelli sanguinolenti. Il destino a cui vanno incontro tutti coloro che si mettono contro Wolverine.

 

Richmond District.

Se ne stava seduta alla finestra a fissare le luci della sera. Da quando Helen Spacey aveva lasciato Ben era ospite dalla sua amica e collega Jen Cooke. Era ancora arrabbiata, furiosa. Come aveva potuto Ben tradirla con la sua ex, Elizabeth? E proprio in un momento in cui lei aveva dannatamente bisogno di lui....  non lo credeva ancora possibile. Come nella prima fase di un lutto, la sua mente ancora non accettava l’idea, la rinnegava. L’idea di loro due assieme la faceva star male. Nella vita ne aveva passati di momenti brutti, ma Ben era stato sempre al suo fianco.... la sua roccia, il suo punto fermo: quando tutto sembrava impazzire, lui rimaneva solido. Adesso anche lui s’era rivelato inaffidabile, quale certezza le rimaneva nella vita?

Jen arrivò con una tazza di caffè fumante.

<Ecco tieni. Butta giù, ti farà sentire meglio...>

<Grazie. Ma ne dubito.>

<Ascolta, non è una tragedia. So che è dura e mi rendo conto che non ti è di alcun conforto sentirtelo dire, ma la vita va avanti.>

<Sì, lo so... hai ragione. Solo, ancora non mi capacito di come sia potuto accadere... e io stupida che l’ho pure ospitata in casa... tutto sotto il mio naso. Che cretina....>

<Non devi avercela con te stessa. Tu non hai fatto nulla di male, eri in buona fede. Gli uomini son tutti uguali, pronti ad andare con la prima che gli agita sotto il naso tette e culo...>

<Già, ma io credevo che Ben fosse diverso. Lui è sempre stato così..... responsabile. Come ha potuto? Come? Tra noi c’era un legame così speciale....>

<Non sei né la prima né l’ultima donna che s’è fidata dell’uomo sbagliato. Sono tutti premurosi, gentili... all’inizio. Ma poi sotto sotto non sono altro che una manica di porci.>

<Tu non puoi capire, Jen....> come poteva, d’altro canto? Come poteva comprendere ciò che li univa? Entrambi erano cloni, frutto di un diabolico piano di uno scienziato perverso, che avevano dovuto rifarsi la vita altrove. Non c'era nessun altro sulla faccia del pianeta che potesse capirla come poteva farlo lui.

Per di più, la sua aggravante era l'essere un eroe, un super-eroe. L'Uomo Ragno sarebbe mai stato capace di tradire Mary Jane Watson, forse? Ben Reilly era diventato un'altra persona rispetto a Peter Parker?


Per le strade di Mission-Bernal Heights.

 

Il clone dell'Uomo Ragno si rese conto di avere uno svantaggio: non riusciva ad impegnarsi al cento per cento nella battaglia da quando si era reso conto di battersi contro un collega. Succedeva lo stesso all'originale, in misura ancora peggiore, quando aveva dovuto scontrarsi - per esempio - contro Harry Osborn nei panni di Goblin. Un meccanismo inconscio frenava la potenza dei suoi colpi o li deviava verso punti meno vitali.
Certo, le remore si allentano quando l'avversario ti scaraventa contro un'automobile.
<Ok, ora stiamo esagerando> disse il Ragno Rosso tra il serio e il faceto. Aveva le articolazioni delle spalle in fiamme, dopo aver deviato la traiettoria del mezzo con le ragnatele verso un punto della strada senza pedoni. Per fortuna la quasi totalità dei civili stava evacuando la zona spontaneamente.
<Sollevare una macchina... questa sì che è una figata!> commentò a voce alta Hyena, che ci stava prendendo gusto. Adocchiò un altro mezzo, si infilò al di sotto con un scatto felino e iniziò a sollevarlo come un manubrio da palestra, o come la prima copertina di Action Comics.
Testa-di-tela stava per avvicinarsi per stroncare sul nascere quel gioco malsano, quando il suo senso di ragno scattò in modo imprevisto e particolarmente allarmato. Il pericolo sembrava provenire dalla macchina, ma perché? Non sembrava esserci nessuno a bordo.
Non c'era tempo per farsi troppe domande.
<Lascia quella macchina! Attento!> cercò di avvisarlo, per poi arretrare con una serie di ruote circensi che lo portarono al palazzo più vicino e, in un modo che solo un uomo-ragno può fare, su per la facciata.
Il suo appello fu inascoltato. La macchina venne scaraventata ai piedi dell'edificio.
Ed esplose con inaspettato fragore.
"GPL" fu l'ultima cosa che pensò il Ragno Rosso, prima di essere sbalzato via dalla parete dall'onda d'urto dell'esplosione.

 

Quartiere di Castro.

 

 

Diario di guerra del Punitore. L’uomo che ha affittato questo appartamento si chiama Steven Levins.  Io lo conosco anche con un altro nome, quello di Jack Lanterna, un criminale mascherato di New York.

Il fatto che si sia spostato qui a San Francisco significa sicuramente che è in combutta con Hobgoblin e il Signore del Crimine, sono pronto a scommetterci il mio ultimo proiettile. La voglia di aspettare che torni e fargli saltare il cervello è grande, ma devo resistere. Sono qui solamente per installare dei microfoni per poterlo controllare; se reprimo il mio impulso e lo pedino, forse potrebbe portarmi verso il covo del Signore del Crimine, allora avrò l’occasione di eliminarli entrambi. E allora sarà valsa la pena di aver lasciato la East Coast...

 

 

Nel covo segreto di Sunnydale.

 

Era strano vederli tutti insieme, seduti come scolari che seguono la lezione, con addosso i loro costumi. Tutti criminali, rapinatori e assassini, tra i più temuti del paese.

In seconda fila c’erano Rhino, che addentava un sandwich, la nuova Scarabeo, che non indossava l’elmetto e giocherellava con i capelli mentre masticava un chewing gum, e Mysterio, enigmatico come sempre, avvolto nel suo mantello e sulla cui “boccia di vetro” si riflettevano i costumi di chi gli era seduto davanti.

In prima fila, infatti, c’erano Boomerang, che giocherellava con una delle sue armi omonime, Carolyn Trainer aliasLady Octopus, che sorseggiava la sua tazza di caffè portandosela alla bocca con uno dei suoi tentacoli, e infine Hobgoblin, a braccia conserte, silenzioso come sempre.

In piedi, davanti a loro, il Signore del crimine, vestito con un impeccabile doppiopetto e la consueta maschera nera.

<Benvenuti. Sono felice di vedere che avete accettato la mia proposta. Come vi ho anticipato la volta scorsa, ho dei grossi progetti per voi; contrariamente a New York, che la maggior parte di voi conosce bene, la California è un territorio ancora “inesplorato”, un mercato in espansione che ancora non ha un vero e proprio padrone... non c’è un “Kingpin” a comandare.”>

<E ovviamente tu vuoi assumerti quel ruolo, dico bene?> disse Boomerang.

<Precisamente. Il controllo dello spaccio di droga ha reso la nostra organizzazione forte, in crescita. Ho eliminato la concorrenza, prima di Tarantula Nera e poi di Damon Dran. E’ il momento migliore per espanderci. Se mi appoggerete, avrete una fetta golosa di quanto sto parlando... ma prima di metterci al lavoro, abbiamo un problema da risolvere.>

<Il Ragno Rosso.> rispose la dottoressa Trainer.

<Esatto. E’ di intralcio per gli affari, e ultimamente ci è costato parecchi.... grattacapi. Non so in che rapporti è con l’Uomo Ragno, con cui tutti voi avete dei precedenti, ma sono certo che l’idea di eliminarlo sarà per voi cosa gradita.>

<Per quanto mi riguarda, non c'è dubbio>disse a voce alta la dottoressa Octopus.
<Idem> le fece eco Hobgoblin. <A proposito di convergenze, è meglio chiarire un punto già da subito: chi sarà il leader del gruppo?>

<Oh scommetto che tu hai già un idea, vero Hobby?> chiese sarcastico Boomerang.
<Nessuno> sentenziò il Signore del Crimine, con tutta l'autorevolezza di cui era capace <Le lotte interne di potere hanno sempre fatto la sfortuna dei Sinistri Sei e degli altri gruppi criminali. Siete tutti uguali, dovete rispondere solo a me. E non fate quelle facce.> redarguì Carolyn, con la certezza che sotto la maschera il Folletto Incappucciato avesse assunto la stessa smorfia di disapprovazione.

<Una democrazia di criminali? Mi pare una sciocchezza.> osservò Mysterio.

<Ma è così che farete.> rispose ancora il Signore del crimine con un tono che non ammetteva repliche.

<Torno a dirvi che se farete come vi dico, farete più soldi di quanti ne avete mai visti nella vostra vita. Credete a me. Ma prima, come vi dicevo poco fa, il punto fondamentale del nostro programma è eliminare colui che già da un po’ di tempo è di intralcio ai miei piani: il Ragno Rosso.>
<Ha già un piano?> chiese Rhino.
<Vi ho convocati per questo, non certo per fare amicizia.> Il boss prese dalla tasca un telecomando, lo puntò alle loro spalle e accese così un videoproiettore.
Sulla parete bianca, si impresse il titolo dell'operazione:

 

DISINFESTAZIONE.

 

Un sorriso compiaciuto si disegno sui sei volti dei Sinistri Sei.
Ci sarebbe stato da divertirsi.

Per le strade di Mission-Bernal Heights.

<Non sono mai salito su un'auto a gas... pensavo fossero una leggenda europea... e tu sei andato a beccarne una qui. Dannati ambientalisti della California...> cercò di sdrammatizzare il Ragno Rosso. Sapeva che Hyena non lo stava ascoltando. Si stava allontanando e il supereroe non poteva far altro che accertarsi che non ci fossero feriti, o persone intrappolate tra le fiamme. L'estintore del negozio più vicino si stava esaurendo senza domare l'incendio.
Ben esalò un respiro di sollievo al suono di sirene in avvicinamento. Si trattava di un autocarro dei vigili del fuoco. Indispensabili in quel frangente, ma non il genere di rinforzi che si aspettava.
Decise così di poter tornare all'inseguimento di Damon Ryder e impedire che facesse ulteriori danni, in preda al suo delirio di onnipotenza.
Grazie alle ragnatele, riuscì a colmare la distanza che li stava separando in quei minuti di crisi.
Lo adocchiò svoltare in un vicolo. Quando girò anch'egli l'angolo, gli si parò davanti una scena inconsueta per una battaglia con un super-criminale: Damon Ryder, sempre più riconoscibile e umano, stava ravanando nella tasca degli stracci che un tempo erano i suoi pantaloni. Ne estrasse qualcosa, tenuto in un pugno, e lo schiaffò in bocca.
<Fermo! Che cos'è..? OCM..???>
Ben Reilly ebbe un flash del carico di Ormone Mutante della Crescita confiscato negli ultimi giorni, sotto la nuova forma di compresse sublinguali. A veloce assorbimento, come la via endovenosa, ma per la sua comodità di ingerimento ancora più pericolosa in termini di diffusione.
Gli bastò quell'indizio per capire che il suo collega avesse rubato dosi della droga mutagena dai laboratori della Scientifica.
La conferma la ebbe nell'assistere con i propri occhi al rinnovamento della trasformazione nel mostro che la droga aveva creato.
<Risposta esatta! Vuoi un premio adesso?!> lo canzonò in tutta risposta Hyena, tornando all'attacco.
Stavolta il Ragno Rosso ce la mise tutta per non frenarsi. Non dopo il pericolo e i danni che Damon aveva causato. La droga non poteva essere più un'attenuante, così come non doveva esserlo per Harry Osborn.
Volarono botte da orbi. L'arrampicamuri ignorava il dolore, il senso del pericolo, i sensi di colpa, e colpiva, solo per ricevere altrettanti pugni dal suo avversario.
Che era evidentemente pesto. L'OCM l'aveva trasformato, l'aveva reso forte, veloce, resistente... ma sembrava non aver accelerato i suoi processi di guarigione. Anzi, Ben non escludeva che stesse minando le sue capacità di recupero. Forse era quella la chiave per vincere senza che nessuno si facesse male. Non in maniera permanente, almeno. La sua strategia, adesso, era resistere finché Hyena non avesse perso i sensi.
Nella colluttazione, rotolarono nuovamente verso la strada principale. Il Rosso si ferì al fianco già dolorante che ne rallentò i riflessi, facendolo finire sotto i colpi del mutato.
Una voce familiare lo distrasse e gli fece prendere un fendente di troppo, che lo scagliò a metri di distanza.
<Fermi dove siete!> aveva ordinato Vincent Gonzales, in borghese, con la pistola puntata verso Hyena.

"Oh, no". Il Peter Parker dentro di lui già si prefigurava uno scenario drammatico. Il loro amico comune come vittima collaterale di quello scontro senza senso. Era successo così tante volte in passato.

<Agente, si allontani, è pericoloso! Aspetti gli specialisti!> intimò Ben Reilly al suo amico, cercando di non tradire la familiarità nei suoi confronti.
<Scordatelo, Rosso> rispose secco Vincent.
<Gonzales... segui il suo consiglio> ringhiò Hyena.
<Co-Come fai a sapere il mio nome?!> si allarmò l'interpellato, non avendo idea di chi ci celasse dietro quei lineamenti trasfigurati.
Tra i due colleghi non correva ottimo sangue. Una certa solidarietà avrebbe dovuto scattare tra loro nel momento in cui entrambe le loro candidature all'arruolamento in Codice Blu erano state scartate, ma di rado c'è una logica nei rapporti umani.
Ryder non pensò minimamente a rivelare la propria identità e afferrò un tombino dall’asfalto e imitando lo stile di Capitan America  lo scagliò verso Vincent; lo avrebbe senz’altro decapitato, se il poliziotto non si fosse lanciato per terra per evitarlo, perdendo però così la sua pistola d’ordinanza.

<Non fai più tanto il duro, eh Gonzales? Dove sono quelle sparate da macho latino? Com’è che ti avevano sopranominato.... ah sì: De la Hoya. Avanti! Mostrami tutto il vigore di cui ti vantavi.... AVANTI!> Heyna era furioso e carico di adrenalina. Vin si nascondeva fra le auto parcheggiate, cercando di sfuggirgli, chiedendosi <Come fa a sapere tante cose di me? Chi è?>

Il Ragno Rosso aveva aspettato abbastanza e si gettò su Damon per evitare che questi facesse la pelle al suo amico. Hyena allora riconcentrò la sua attenzione sul suo principale e più pericoloso avversario.

Con un timido slancio fu addosso all'arrampicamuri, il cui sesto senso tintinnò altrettanto timidamente: Damon era stanco e provato dalla lotta.

Ben lo afferrò prontamente per i bicipiti e lo guardò negli occhi. Le lenti a specchio della maschera riflettevano la sua faccia, livida e ormai irriconoscibile anche per le botte ricevute.
<Ora basta, Damon. Calmati e lasciati portare in un posto dove ti cureranno.> lo implorò, con il tono più accondiscendente che riuscisse a proferire in quel frangente.
<Io... non voglio tornare normale...>
<Devi e puoi> insistette Ben Reilly. Ma sulla sua maschera continuava a riflettersi un volto deformato senza speranza.
<No!> ruggì Hyena e sferrò una ginocchiata tra le gambe che neanche i riflessi animaleschi del tessiragnatele poterono sfuggire.

Il dolore più acuto che un maschio umano possa provare riuscì ad ottenebrare la mente del supereroe, che non reagì né all'ennesimo pugno sul naso né un morso belluino sulla spalla.

<Io non tornerò alla vita di prima, mi hai sentito? Non tornerò ad essere una nullità! Sono Hyena adesso, e sono forte quanto te!> ma mentre pronunciava queste parole cominciò a sudare e ad avere il fiato corto. Era inevitabile dopotutto; non si trattava di una mutazione naturale, ma era dovuta all’assunzione di una droga. Era diverse ore che Damon ne stava assumendo grandi dosi, e il suo fisico ne stava pagando le conseguenze.

Ben era preoccupato per la condizione del suo amico, ma era più di se stesso che doveva preoccuparsi: Heyna aveva staccato un parchimetro e lo stava impugnando a mò di mazza, con l’intento di usarla per spiaccicare la testa la Rosso.

Ben era ancora dolorante e non riusciva a muoversi; il risultato fu che quando sentì prudere la nuca per il senso di ragno, non poté fare niente per scansare Damon Ryder dal proiettile esploso dalla pistola d'ordinanza di Vincent Gonzales.
Con mira invidiabile quanto inopportuna, il colpo gli trapassò la testa.
Hyena si accasciò al suolo, su di un fianco.
<NO! Che cosa hai fatto?!?!> urlò il Ragno Rosso all'indirizzo del suo collega, con la pistola fumante puntata verso terra.

<Lui... stava per colpirti. Non potevo starmene a guardare...> rispose Vin.

Damon si accasciò sul corpo esanime e osservò l'incredibile regressione degli effetti dell'OCM.

In pochi secondi dopo la morte, il pelo animalesco cadde, la muscolatura perse tono e i lineamenti riacquisirono la parvenza originaria, nei limiti delle percosse.
<Ma... io... lo conosco...> sgranò gli occhi Gonzales, avvicinatosi appena in tempo per assistere alla metamorfosi.
Il rumore caratteristico delle sirene di Codice Blu coprì qualsiasi ulteriore commento sulla tragedia.

<Ragazzi, dovete lavorare seriamente sulla vostra tempestività> rimbrottò il Ragno Rosso, con la voce rotta dalla rabbia, mentre si scostava per far intervenire gli agenti della squadra speciale, ormai ridotti a fare i minimi rilievi e a prelevare il cadavere di Hyena.

<Non abbiamo uomini in tutti i quartieri, Ragno>si difese il comandante Carson.
<Complimenti per la mira> si congratulò Samuel Li, il tiratore scelto della squadra, alla vista della traiettoria del proiettile nel cranio di Damon Ryder.
<Sì, è stato in gamba, agente...?> gli fece eco Carson.
<Vincent Gonzales, signore. E non si...> stava per obiettare l'opportunità dell'elogio, ma si morse la lingua. <...non si complimenti, ho solo fatto il mio dovere>.
Scambiò un'occhiata con il Ragno Rosso e fu contento di non poter guardare i suoi occhi.

 

Due giorni dopo.
Neptune Society Columbarium.


Buona parte del distretto era radunato e stipato nel colombario della città. C’erano quasi tutti i pezzi grossi del dipartimento: il commissario O’Hara, Sabrina Morrell, il capitano Carson e l’intera unità Codice Blu.
Tutti appuntati nelle loro divise. Illuminati dai colori delle vetrate a mosaico intorno alle loro e sulla cupola. Chiamati a dare l'estremo saluto alle ceneri del loro collega.
La parte più maschilista di Ben Reilly avrebbe voluto trattenersi, ma l'amarezza e la rabbia per l'accaduto gli inumidivano gli occhi al di là del suo controllo. Perché chi viveva nei paraggi dei Parker finiva per fare una brutta fine? Avrebbe fatto bene a lasciare andare Helen, una volta per tutte, per salvarla finché era in tempo? Pensieri come questi gli attraversavano la mente, mentre Vin Gonzales, con gli occhi coperti da un paio di ray-ban nei gli si avvicinò.

<Ben.... non so dirti quanto mi dispiace. So che eravate molto amici. Io ...>

<Non serve aggiungere altro Vin. Nessuno ti colpevolizza. A quanto mi è stato detto, hai fatto il tuo dovere. Sei bravo poliziotto.> gli disse.

<Grazie amico. Non sai quanto mi fa piacere sentirtelo dire. Tuttavia mi sento uno schifo.>

“A chi lo dici” avrebbe voluto rispondergli. A dire il vero, lui si sentiva responsabile per quanto accaduto a Damon; se gli fosse stato più vicino, se ne avesse ascoltato i dubbi e i problemi, forse lo avrebbe potuto aiutare. Avrebbe potuto fatto ragione, se solo.... già, “se”. Una sillaba che racchiudeva un mondo di significato, ma che non cambiava la realtà dei fatti. Damon Ryder era morto e lui non era riuscito ad evitarlo. Come Harry Osborn prima di lui. O il capitano Stacy. O.... Gwen.

Il ricordo della biondina gli riportò alla mente Helen, come inevitabile che fosse. Aveva un gran desiderio di chiamarla, ma a che sarebbe servito? Non rispondeva alle sue chiamate già da un po’ ormai.

E aveva tutti i motivi per farlo. Chissà forse era un bene.... chi gli sta accanto muore.

E’ la maledizione dei Parker. Forse Helen era più al sicuro ovunque adesso fosse.

Per quanto male questo lo facesse stare.

 

Fine

 

 

Note

 

Seconda e ultima parte dell’avventura iniziata nel numero scorso. Più che per lo scontro con il villain di questo episodio, il povero Damon Ryder, tramutatosi nel mostruoso Hyena, la parte più succulenta di questo episodio in due parti sono i movimenti che accadono “dietro le quinte”: la rottura tra Helen e Ben, l’arrivo di Wolverine a San Francisco (senza dimenticarci che in giro c’è anche il Punitore) e la formazione di una nuova, tragica formazione dei Sinistri Sei.

 

Le cose non si mettono bene per il nostro Ragno Rosso... ce la farà, da solo, ad affrontare le tremende minacce che si profilano all’orizzonte per lui?

 

Continuate e seguirci per scoprirlo!

 

Carmelo & Mickey.